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Chi siamo

L'imbarazzo di una presentazione forse può essere evitato rimandando a quanto fin dal primo anno, il 2003, abbiamo cercato di fare: rappresentare quanto si muove, o deve essere ricordato, in quel particolare universo in cui abita la musica degli uomini, una certa musica in particolare. 

Il riferimento alle forme dell’espressività popolare si è concretizzato lungo tre direttrici fondamentali:

  1. materiali sonori di rilevante interesse storico e culturale, per lo più frutto delle rilevazioni sul campo dei padri fondatori della moderna etnomusicologia, da Diego Carpitella a Roberto Leydi, da Ernesto De Martino ad Alberto Mario Cirese, grazie alla collaborazione avviata con le principali strutture di settore, dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia a AESS-Archivio di Etnografia e Storia Sociale della Regione Lombardia fino all’Archivio “Franco Coggiola” del Circolo Gianni Bosio;

  2. indagini e ricerche, altrettanto rilevanti, sullo stato attuale delle musiche di tradizione, in riferimento a determinati repertori o ambiti territoriali, anche fuori dai confini nazionali;

  3. infine, il panorama, molto più frastagliato, delle disparate possibilità di riuso dei repertori popolari, dal cosiddetto folk revival a più recenti ibridazioni con altri generi musicali.

 

Nel corso degli anni è stato poi in qualche modo inevitabile prestare attenzione ad altre forme espressive come la canzone d'autore che, per quanto non assimilabili in nessun modo al paradigma dell'oralità, si concretizza in ogni caso in brani che volano di bocca in bocca ed esprimono sentimenti e stati d'animo largamente condivisi, secondo una disposizione narrativa propria della tradizione orale. Da qui la nascita di una collana, Crinali,  che si pone per l'appunto in questa zona di confine, che ha avuto una crescita per molti versi imprevedibile,  conseguendo anche luginghieri riscontri di critica con ben 11 Targhe Tenco assegnate in questi anni ad alcune uscite. 

Antropologia e storia orale costituiscono un riferimento imprescindibile per meglio comprendere come ogni espressione culturale –e non solo la musica- non sia mai un “mondo a parte” ma ricada sempre e inevitabilmente in più complessi sistemi di relazione tra gli uomini. A margine di queste, poche altre iniziative, spesso nate da sollecitazioni occasionali ma legate alle altre da un nesso forse solo meno evidente. Tra queste sicuramente il cinema, al quale vorremmo dare molto più spazio di quanto abbiamo fatto finora.

A muoverci sono soprattutto ragioni culturali ed estetiche, relative all’importanza e alla bellezza dei repertori presi in considerazione. Trascorsi gli entusiasmi generosamente militanti di altre generazioni, dei quali poco o nulla sembra sopravvivere nel deprimente orizzonte del nostro presente, l'agitare ancora vessilli ideologici rischia soltanto di immiserire la portata e il valore di queste realtà culturali, offrendo anche il destro ad appropriazioni indebite, tentate periodicamente nel nome di mistificatori richiami a mal precisate identità.

Quali che siano i risultati raggiunti, nulla avremmo potuto fare senza la fiducia dei nostri autori, tra le voci più autorevoli della moderna ricerca antropologica ed etnomusicologica. Ai loro saperi e alle loro competenze, cerchiamo di accostarci con la cura e l’attenzione di un buon artigiano, leggendo ogni proposta rigo per rigo e discutendola paragrafo dopo paragrafo, nella convinzione che il libro, che si sta preparando, è “nostro” almeno quanto “loro”.

Cura e attenzione che, poco conciliabili con le frenesie del settore editoriale, avvertiamo come obbligo ineludibile nei confronti del lettore al quale vorremo consegnare, a giustificazione della nostra stessa ragion d’essere, un prodotto selezionato e, per così dire, “certificato”. Non sempre ci siamo riusciti, un motivo in più per continuare a provarci.