In pensiero 3
Io siamo noi o loro sono io?
Arti e linguaggi del presente
2010, € 10
Formato 16x24, pp. 148
In offerta con il 5% di sconto
in pensiero, la rivista di arti e linguaggi del presente, esce con un nuovo numero dedicato alla variegata nebulosa di situazioni che avvolge la e le identità contemporanee. Continuando sulla strada del fare e del farsi domande, questa volta la rivista chiede risposte su un groviglio di questioni molto intricato: quali sono i confini attuali delle identità personali, quali dinamiche permettono di appartenere o di non appartenere, quali processi di disidentificazione spingono a non riconoscersi, quali sono le sfere di realizzazione personale e collettiva, privata e pubblica? E ancora, è sempre l'uomo che dà forma ai nostri pensieri? E la tecnologia, ci sostituisce o ci completa, ci aiuta o ci condanna? E le arti sono ancora luoghi in cui si costruisce l'identità?
A questi interrogativi artisti, scrittori, musicisti, poeti, fotografi e studiosi rispondono, ognuno con il proprio mezzo espressivo, in modi estremamente diversi: nel volume si incontrano le opere e un saggio di Marcel·lí Antúnez Roca, i disegni di Ugo Pierri, i fumetti di Akab e di Angelo Menillo, i racconti di Adrián Bravi, e di Caterina Venturini, le poesie di Antonio Maria Pinto, di Antonella Bukovaz, e di Lajos Undor, i dipinti di Ernesto Morales, i saggi di Dome Bulfaro e di Armando Mendoza.
Nel DVD si guardano un video teatrale di Antonella Bukovaz, una videopoesia di Giulio Marzaioli e [A]livepoetry, video d'artista di Franco Ionda e di Alberto Timossi, e si ascoltano la performance poetico-musicale di Furio Pillan Matteo Danielli e Baby Gelido, le canzoni di Bernardo Cinquetti e le composizioni musicali di Matteo Uggeri.
Ascolta la performance di poesia e musica 2t or 2l di Furio Pillan, Matteo Danielli e Baby Gelido
Leggi l'Editoriale di Gianmaria Nerli
Il terzo numero di in pensiero si presenta subito con una evidente novità, torna al pubblico con un nuovo e intraprendente editore, Squi[libri].
Editore e energie rinnovate non hanno intaccato comunque l’impianto editoriale della rivista, che questa volta si concentra su uno degli snodi problematici che più sollecitano le arti e i pensieri contemporanei: vale a dire quella nebulosa di questioni irrisolte che riguardano la e le identità. Quali sono i confini attuali delle identità personali, qual è la soglia che definisce la mia identità rispetto a tutto ciò che io non sono, quali territori, quali linguaggi, quali esperienze segnano oggi il punto di incontro di una comunità? Ma anche quali dinamiche mi allontanano da ciò a cui dovrei appartenere, quali sono i processi di disidentificazione che spingono a non riconoscersi, quali quelli che spingono a riconoscersi, quali le sfere di realizzazione personale e collettiva, privata e pubblica? E ancora, è sempre l’uomo o il genere umano che dà forma alle mie o alle nostre, o alle loro idee su me stesso, su l’altro, sul mondo? E la tecnologia, ci sostituisce o ci completa, ci aiuta o ci condanna? E le arti, che da sempre sono volano e sintesi del nostro modo di pensarci e raffigurarci, sono ancora luoghi in cui si costruisce o si distrugge l’identità, sono ancora il luogo dove si sperimentano dal punto di vista simbolico, psichico o ideologico relazioni di identità, di identificazione, di disidentificazione?
Per dare una forma a questi intrecci di problemi, nel titolo abbiamo scelto di giocare e di mettere sotto domanda i pronomi personali con tutto il significato metaforico, pragmatico, deittico che si portano dietro: esiste davvero, o esiste ancora un io, esiste un tu, un loro, un noi? Oppure viviamo in un mondo dove i pronomi sono pure funzioni o simulazioni logiche, parti di un meccanismo che ci eccede? Siamo nell’umano, nel postumano, o piuttosto nel disumano? I nostri corpi pulsano, o sono ingranaggi di un dispositivo che li sovrintende? Il mio corpo è mio, il tuo corpo è tuo, oppure appartiene a un tu generico, quello stesso tu generico a cui si dirige la comunicazione globale del mercato? Se dico io sono io che dico, o è qualcos’altro che parla?
Come sempre abbiamo chiesto a artisti e studiosi di discipline, di approcci, metodi e interessi diversi, di provare a dare una loro risposta, convinti come siamo che lo spazio in cui sperimentare i pensieri e le realtà sia la migliore risposta a un mondo che ci chiede sempre più insistentemente se ci siamo o no.
Come sempre buona lettura, buona visione, buon ascolto.