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Un'azione esemplare sui patrimoni immateriali

 lanza-antonioA Terranova di Pollino una complessa cultura musicale, incentrata sulla zampogna a chiave e sulla surdulina, informa e connota da tempo immemorabile la vita della comunità, non a caso studiata da ricercatori come Roberto Leydi e Pietro Sassu, attratti dall’originalità dei repertori e delle modalità di esecuzione oltre che dalla “maestria” di suonatori e costruttori di grande carisma e personalità come Salvatore e Leonardo Lanza e Carmine Salamone.

Con una consapevolezza e una profondità di prospettiva che ci piacerebbe ritrovare in altre istituzioni pure deputate alla salvaguardia e promozione dei patrimoni immateriali, il consiglio comunale di questa piccola cittadina, sul versante lucano del Pollino, il 31 agosto del 2105 ha votato all’unanimità la decisione di assumere come propria denominazione quella di “città custode dell’arte zampognara” con argomenti tutt’altro che scontati.

salamoneInnanzi tutto l’affermazione che alcuni repertori, pratiche musicali e abilità costruttive costituiscono un ‘bene comune’ che un’istituzione ha il dovere di preservare per le generazioni future in una prospettiva, sempre più urgente, di biodiversità culturale (“qui, infatti, si manifestano spontaneamente un numero rilevante di fenomeni culturali, religiosi ed artistici che oggi, grazie all'Unesco, rientrano a pieno titolo tra le espressioni culturali che l'umanità ha il dovere di salvaguardare per le generazioni presenti e future, perché è sulla cultura e sulla diversità culturale che si crea un mondo prospero, eterogeneo, democratico, in grado di moltiplicare le scelte possibili e di alimentare le capacità e i valori umani).

In secondo luogo la consapevolezza che il recupero della propria eredità culturale, lungi dal configurarsi come un motivo di esclusione nei confronti dell’altro, possa e debba costituire un motivo di confronto e incontro con altre culture, dovendosi l’identità di ognuno declinare per addizioni, piuttosto che per sottrazioni, in un mondo sempre più globalizzato (“Oggetto delle azioni di salvaguardia e sostegno saranno le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how, gli strumenti, gli oggetti, i manufatti, gli spazi culturali che la comunità, le minoranze e i migranti riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale).

altieri
In terzo luogo, a fronte dei ricorrenti lamenti attorno alla morte della tradizione, l’affermazione del carattere vivo, e dunque soggetto a inevitabili cambiamenti, del lascito culturale delle generazioni precedenti che può essere percepito come un effettivo bene comune soltanto all’interno di un  percorso collettivo, allargato all’intera comunità (“L'Amministrazione comunale è consapevole del fatto che il patrimonio culturale immateriale è costantemente creato e ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta all'ambiente, all'interazione con la natura e la storia, pertanto intende coinvolgere l'intera comunità terranovese nella realizzazione di piani di salvaguardia e gestione integrata del patrimonio storico, ambientale e culturale, mediante la costituzione di forum permanenti sul tema della salvaguardia e della valorizzazione sostenibile”).

Un documento che merita di essere letto nella sua integrità e che ci auguriamo possa fare scuola: scarica la delibera del Consiglio comunale di Terranova di Pollino

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Ancora più sorprendente, nel paese delle continue dichiarazioni puntualmente senza seguito, è il fatto che, a pochi mesi di distanza dalla delibera consiliare, il processo avviato abbia già un primo, concreto, sbocco con la pubblicazione del volume con CD allegato, a cura di Nicola Scaldaferri, Le zampogne a Terranova di Pollino. Musiche e contesti profani e religiosi, in uscita per l'11 gennaio 2016 ma che si può prenotare già sul nostro sito con il 30% di sconto sul prezzo di copertina.

Il volume sarà presentato, in anteprima nazionale, il 29 dicembre a Terranova con un tripudio di surduline e zampogne di tutti i tipi.

 

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