Suoni e immagini della tradizione lucana
2006, II ed., € 29
Formato 21x21, 146 foto in b/n, pp. 280
Con l’espressione Il paese del cupa cupa Diego Carpitella indicava la Basilicata nei resoconti delle ricerche svolte negli anni ’50 con Ernesto De Martino e Franco Pinna.
A cinquant’anni di distanza, una capillare campagna di rilevamenti ci offre la più aggiornata ricostruzione della musica tradizionale della Basilicata, estesa ai principali paesi dell’area (Acerenza, Accettura, Aliano, Anzi, Avigliano, Barile, Brienza, Cersosimo, Corleto Perticara, Ferrandina, Gorgoglione, Grassano, Grottole, Irsina, Matera, Moliterno, Montescaglioso, Pisticci, Rapone, Ripacandida, Rotonda, Ruoti, S. Arcangelo, S. Chirico Nuovo, S. Costantino Albanese, S. Fele, S. Giorgio Lucano, S. Mauro Forte, S. Paolo Albanese, S. Severino Lucano, Sasso di Castalda, Stigliano, Terranova di Pollino, Tolve, Tricarico e Viaggiano), con il censimento dei costruttori di strumenti tradizionali e dei suonatori popolari in attività, l’esame delle testimonianze storiche e iconografiche, un serrato confronto con la letteratura critica e la documentazione, sonora e fotografica, di momenti significativi come il Carnevale e la festa di S. Antonio Abate, i Riti arborei, la Settimana Santa, processioni religiose e momenti devozionali, le matinate di Matera, la serenata di nozze a S. Costantino Albanese, il ballo della ‘Uglia a Anzi e il ballo delle cente a Viaggiano.
Sottraendosi al fascino di facili esotismi, gli autori si sono concentrati sulla realtà di un “fare musica” che, nelle comunità d’appartenenza, svolge un ruolo di fondamentale importanza, pur intrecciandosi con forti elementi di contaminazione.
Ascolta il brano Cupa Cupa materana
Docente dell’università di Milano, Nicola Scaldaferri si occupa di musiche tradizionali e di musica elettronica. Ha svolto numerosi soggiorni di ricerca all’estero e indagini sul campo in Italia, Albania, Macedonia e Kosovo. Lavora alla pubblicazione dei materiali sull’epica albanese della Milman Parry Collection (Harvard University).
Fotografo della Compagnia della Fortezza e del Festival Volterrateatro, Stefano Vaja si occupa di reportage sociale e di fotografia di teatro. In ambito etnografico ha partecipato alle ricerche di Scaldaferri in Albania.
Una spedizione antropologica in Basilicata a cinquant’anni dal viaggio di de Martino e Carpitella, tre anni di lavoro guardando ad un’ampia parte della Basilicata, con particolare attenzione al ciclo dell’anno. Atmosfere di grande suggestione accompagnate da echi di suoni antichi ma ancora vivi. Luigia Ierace, La gazzetta del mezzogiorno
Un originale viaggio, con il consolidato metodo dell’innesto di fotografia e musica, dentro le tradizioni popolari che permangono nell’anima profonda del sud d’Italia. …Allargando la ricerca anche a paesi non toccati dalle antiche perlustrazioni, con risultati del tutto nuovi. Michele Fumagallo, Il manifesto
Una panoramica ampia, esaminata ad un tempo con partecipazione umana e distacco scientifico, una documentazione fotografica di eccellente qualità e una vasta antologia sonora fanno di questo libro uno strumento di conoscenza di alto livello. Tito Saffioti, Folk Bullettin
si tratta di un lavoro di grande spessore scientifico (...) il rigore della presentazione e dell'analisi non impedisce una piena fruibilità, ravvivata dal profondo legame fra gli autori e il mondo e le persone di cui il libro tratta. Le registrazioni allegate in CD sono di grande interesse e di eccellente livello tecnico (...) il lavoro assume anche un significato di esemplarità sul piano teorico e metodologico. Non va neanche trascurata l'eccellente presentazione editoriale, che fa del lavoro un oggetto gradevole anche dal punto di vista dell'aspetto e della forma tipografica. Giuria Premio 2007 ANCI- Memorie e Musiche Conuni
Elementi insoliti di comprensione della nostra realtà: rileggere la storia di un popolo attraverso la musica che ha prodotto e produce non è compito facile. Il lungo e preciso lavoro di Scaldaferri- illustrato dalle immagini di Vaia- ne è una dimostrazione. (...) Cosa resta del cupa cupa al tempo dell'ipod? Potenzialmente tutto, almeno secondo gli autori. Damiano Laterza, Il quotidiano della Basilicata